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A proposito di terrorismo e identità

29 Novembre 2020

Durante lo scorso consiglio regionale, la Lega ha presentato una mozione, esclusivamente strumentale, usando la scusa della difesa della libertà di pensiero, accomunando di fatto negli interventi l’Islam al terrorismo.

Intendiamoci, gli atti di matrice terroristica sono tutti da condannare, sia se fatti in nome (e non per conto) di una religione, sia se fatti per motivazioni politiche, economiche o di altra natura. Sono i valori della nostra Costituzione che ci obbligano a condannare tutte le forme di violenza, non solo quelle agite in nome della religione, e ci impongono la lucidità e l’onestà di pensiero necessarie a non strumentalizzare eventi tragici in nome di inesistenti scontri di civiltà, scontri che in passato hanno fomentato discriminazioni, ma anche sostenuto dittature e guerre.

Non è però certo con mozioni di questo tipo che si possono affrontare davvero questi argomenti così tragici.

Anche l’identità richiamata in Consiglio da alcuni consiglieri leghisti mi divide da loro. La mia affonda le sue radici nel movimento operaio e nella Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, non certamente nel cattolicesimo più retrivo e conservatore o nel sovranismo ed è formata da valori quali uguaglianza, solidarietà e difesa degli ultimi e non certo da classifiche di chi viene prima stilate in base al colore della pelle e neanche dalla negazione dei diritti delle donne e delle persone omosessuali.

Condanniamo tutti gli estremismi e i terrorismi

L’estremismo islamico non è nemico della nostra cultura, della nostra identità, dei nostri valori, come strumentalmente scritto nella mozione: l’estremismo islamico è nemico dei valori, dell’identità, della cultura di tutti i popoli.
Peraltro, prendendo in esame il solo estremismo islamico, rappresentato da una galassia di gruppi alla cui genesi il mondo occidentale ha attivamente contribuito nella storia recente, è necessario ricordare che la prima vittima è il mondo islamico stesso, come dimostra la serie innumerevole di attentati perpetuati nelle terre in cui la religione islamica è maggioritaria.

Ma attenzione, perché non è l’unico…

Il terrorismo cristiano insanguina il continente africano da decenni, come dimostrano i rapimenti, le esecuzioni, le torture e gli arruolamenti forzati che continuano a prodursi in tutta la regione dell’africa centrale nell’indifferenza generale. Come non ricordare poi gli attentati portati a termine da Breivik in Norvegia e Traini (neofascista già candidato con la Lega) in Italia. L’estremismo dei buddisti birmani ha provocato uno degli esodi più drammatici della storia, quello dei Rohingya, mentre l’estremismo capitalista, nel solo 2019, ha visto l’uccisione di 212 attivisti e giornalisti impegnati nella difesa del suolo dall’inquinamento, dallo sfruttamento, dalla deforestazione.
E poi, ancora, il terrorismo di Stato in Russia, dove da vent’anni assistiamo indifferenti alla morte dei giornalisti che osano schierarsi contro il regime di Putin, in una lunga scia di sangue che non ha, ufficialmente, nessun colpevole. Non c’è giorno in cui non leggiamo di tensioni a Varsavia e in tutta la Polonia. Così come abbiamo assistito per mesi nel nostro Paese a vergognosi episodi di aggressione verbale, di incitamento all’odio politico, razziale, di genere, fino ad arrivare a suggerire il suicidio, o augurare lo stupro nei confronti di coloro, attivisti, oppositori politici, giornalisti, che hanno tentato di contenere il processo di estremizzazione politica in corso.

Non rappresentano, queste, delle minacce alla nostra cultura, ai nostri valori, alla nostra identità?

Se quindi è nostra intenzione affrontare l’argomento con serietà, dovremmo condannare tutti gli atti terroristici perché tutti rappresentano una concreta minaccia per la libertà d’espressione e costituiscono una negazione dei valori, dell’identità, della cultura dei popoli di tutto il mondo.

È da quando ho letto il testo della mozione che mi chiedo se i presentatori sono gli stessi che in Comune ad Aosta chiesero, e poi purtroppo ottennero, la rimozione della matita in ricordo della strage a Charlie Hebdo.

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